Diritto d’autore … novità dall’Europa!

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La direttiva 2001/29/CE, che attualmente detta le norme per l’armonizzazione del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione, è ormai inidonea a far fronte all’impatto del Web sul diritto d’autore.

Infatti, l’uso diffuso della Rete ha permesso a molte persone di svolgere attività rilevanti rispetto alla disciplina del copyright, tanto che trovano sempre più spazio i c.d. utilizzi trasformativi delle opere (remix, mashup, fan fiction), non visti di buon occhio dall’industria tradizionale dei contenuti.

E’ attualmente all’esame del Parlamento Europeo una proposta, avanzata dalla parlamentare tedesca Julia Reda, finalizzata a riformare l’intero impianto normativo in materia poiché, come la stessa spiega, “nonostante dal direttiva del 2001 sia stata scritta per adattare il copyright all’era digitale, in realtà oggi stia bloccando lo scambio di conoscenza e cultura“.

La proposta di riforma si basa su alcuni punti fondamentali:

a)      un bilanciamento di interessi tra il diritto dei cittadini ad accedere liberamente alla conoscenza e alla cultura e la salvaguardia degli interessi degli autori – per questo consiglia di mantenere una durata delle tutele non superiore a quella fissata dalla Convenzione di Berna che, a suo parere, già bilancia i diritti di sfruttamento in capo al detentore del copyright e il diritto della società di godere appieno della cultura – ;

b)      una maggiore attenzione al pubblico dominio, per dare la possibilità ai detentori dei diritti di condividere le proprie opere con delle licenze ad hoc;

c)      più Open Data. Dunque, nel settore pubblico, i dati devono essere votati alla trasparenza e del libero riuso, in modo da offrire la possibilità di costruire servizi a favore del cittadino;

d)     maggiore rilevanza anche alla copia privata, che dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini europei, senza alcuna limitazione tecnologica, precisando i criteri per misurare l’entità degli eventuali danni arrecati ai detentori dei diritti e garantire un equo compenso.

Per garantire tutto questo, è necessaria la nascita di un mercato unico della cultura e della conoscenza e la creazione di un contesto uniforme, che agevoli la circolazione della cultura con regole flessibili, che tutelino le manifestazioni della creatività ma anche il normale sfruttamento dell’opera, senza  pregiudicare gli interessi dei detentori dei diritti.

Le proposte, che saranno esaminate nei prossimi mesi, sono state ben accolte dalle associazioni che si battono per la tutela dei diritti digitali ma anche giudicate estreme e inadatte da certi rappresentanti dell’industria.

Staremo a vedere quali interessi avranno la meglio!

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