Con sentenza n. 11416/2015, depositata il 13 ottobre, il Tribunale di Milano – Sezione specializzata in materia d’impresa – ha accolto il ricorso della catena “Kiko – di Percassi” contro “Wjcon”, per violazione del diritto d’autore, inibendo a quest’ultimo l’uso degli elementi di arredo oggetto del contendere e condannandolo al pagamento dei danni quantificati in € 716.250,000 e alla modifica di tutti i negozi, entro 60 gg.
Il Tribunale ha riconosciuto Wjcon colpevole di avere operato una “diretta appropriazione del concept [di kiko], con una ripresa integrale degli elementi di arredo della concorrente, […] ponendo in essere una forma di “concorrenza parassitaria attraverso una pedissequa imitazione del complesso delle attività commerciali”.
Con questa sentenza, si definisce una nuova idea di creatività secondo la quale la “concezione di un negozio può avere carattere creativo e originale e quindi essere oggetto di tutela in virtù della legge sul diritto d’autore”, applicando il concetto di diritto d’autore anche all’arredamento d’interni.
Ciò comporta che il concept, che sta alla base di un’idea imprenditoriale, nella fattispecie, di una catena di negozi di make up, benché basato sulla combinazione di elementi semplici e di uso comune, merita tutela proprio in virtù di quella specifica manifestazione e combinazione.
La scelta del bianco, nero, viola e rosa quali colori predominanti e caratterizzanti gli spaziosi open space, le grandi grafiche, l’esposizione dei prodotti in espositori traforati in plexiglass, l’uso di schermi tv incassati e di luci effetto discoteca fanno di kiko, secondo il tribunale, una manifestazione originale di un’idea nuova.
Tutto ciò, secondo il tribunale contraddistingue in modo chiaro e inconfondibile il brand kiko e, come tale, risulta meritevole di tutela.
Si amplia, così, esponenzialmente il concetto di creatività che, come si afferma in sentenza, “non è costituita dall’idea in sé ma dalla forma della sua espressione”.